Tema Corteo Storico del Palio 2013 – Rione San Paolo

TEMA CORTEO STORICO DELLA SFILATA
DEL PALIO DI ASTI 2013

Enrico VII di Lussemburgo concede privilegi
al Comune di Asti nel Convento di San Francesco

Un documento del Codex Astensis riporta i nomi degli autorevoli personaggi che il giorno 8 dicembre 1310 furono testimoni in Asti, presso il convento di San Francesco nel Rione San Paolo, alla pubblica lettura dell’importante privilegio con cui l’imperatore Enrico VII di Lussemburgo rendeva popolo e Comune di Asti pienamente liberi di disporre dei diritti e della giurisdizione tradizionalmente spettanti alla città. Erano presenti in tale occasione vescovi, principi e baroni fra cui Guido vescovo di Asti, Filippo principe d’Acaja, lo stesso imperatore Enrico VII, Amedeo V conte di Savoia, Andrea Garetti dottore in legge, i nobili astesi Domenico Pelletta, Antonio Solaro e Corrado Malabaila.

In detta adunanza Nicola Bonsignore di Siena, primo Vicario dell’imperatore, proclamò ad alta voce che “l’imperatore …approvava e ratificava i privilegi, le immunità, le franchigie, le donazioni, le concessioni, gli usi, le consuetudini concessi dai suoi predecessori e ugualmente donava e concedeva i diritti, la giurisdizione, il mero e misto impero, le terre, i villaggi, gli uomini e i vassalli, le fedeltà e gli omaggi dei castelli, le fortezze che il Comune e i cittadini possedevano in Asti e nel suo territorio”.

Nel corteo storico del Palio di Asti 2013 il rione San Paolo interpreta tale avvenimento svoltosi nella cornice del prestigioso convento astigiano di San Francesco. Sfilano la moglie dell’imperatore Margherita di Brabante – la quale secondo il cronista astese del tempo Guglielmo Ventura “erat laudabilis, cattolica et elemosinaria inter ceteras mulieres” (si distingueva tra le altre le donne per essere ammirevole, religiosa, caritatevole) -; sua sorella Maria di Brabante, sposa di Amedeo V di Savoia, e Isabella di Villehardouin, consorte di Filippo d’Acaja; fanno ala intorno a loro le dame delle due famiglie astesi rivali, i Solaro e i De Castello, riappacificate per opera dello stesso Enrico VII.