Tema Corteo Storico del Palio 2017 – Rione San Paolo

TEMA CORTEO STORICO DELLA SFILATA
DEL PALIO DI ASTI 2017

La “Danse de Macabre”:
allegoria del rapporto tra uomo e morte

 

Pestilenze, guerre e carestie ponevano quotidianamente l’uomo medievale a confronto con la morte. Canti, composizioni poetiche, affreschi ed opere moraleggianti avevano per tema la brevità della vita e l’ineluttabilità del destino:

uno dei motivi più celebri è la “Danse de Macabre”, la danza macabra, illustrata in innumerevoli affreschi dal XII al XV secolo in Italia ed Europa, presente anche nell’Astigiano con una testimonianza presso la Canonica di Vezzolano.

In questo genere di ciclo pittorico, uomini e donne di diversa estrazione sociale danzano metaforicamente con la Morte e talvolta scambiano con essa un dialogo amaro e rassegnato. La stessa Chiesa, a più riprese, ha usato questa iconografia per ricordare ai fedeli la caducità della vita e la vanità delle cose terrene dinnanzi alla Morte.

I personaggi della “Danse macabre” si riconoscono dagli abiti: monaco, papa, imperatore, soldato, mercante, contadino o nullatenente, vengono presi per mano da morti avvolti in sudari e fatti ballare in una processione. Poco a poco, i membri della danza lasciano la fila e sono condotti via dalle nere figure, a simboleggiare la dipartita costante e progressiva di tutti gli uomini.

Il Rione San Paolo vuole rappresentare questa allegoria in bilico tra la vita e la morte. Il corteo si apre con i potenti, imperatori, papi, cardinali e nobili per poi procedere via via con dame e cavalieri, fino ad artigiani, contadine, poveri, ragazzi e bambini. Le varie raffigurazioni della Morte, avvolte dai loro sudari, si aggirano invitando gli uomini a ballare mentre alcuni musicanti scheletrici accompagnano la Danza con i loro strumenti.

Alcune di queste raffigurazioni sono il perfetto contraltare del vivente di cui hanno preso il posto e ne indossano gli attributi mondani: corone per i re oppure strumenti di lavoro per gli artigiani. Fanno da cornice alcune dame recanti un motto, che riassume così il senso della scena:

“O tu che serve a Dio del bon core, non havire paura a questo ballo venire. Ma alegramente vene e non temire, poi chi nasce elli convien morire”.